Uno dei rischi che si può correre quando si decide di caricare il proprio video in una piattaforma di stock footage è che venga rifiutato non a causa di scarsa qualità o di altri errori tecnici, quanto perché non rispetta le leggi sul copyright.
Non tutte le agenzie utilizzano le stesse linee guida e questo complica ancora di più le cose. Va detto, però, che esistono fondamentalmente due tipi di licenze, in base alle quali i video possono essere catalogati e destinati a due tipologie d’uso diverso.
La licenza commerciale è rivolta a quelle clips che avranno la funzione di promuovere un progetto o un prodotto commerciale, mentre quella editoriale ha regole meno restrittive e serve per quei video che si utilizzano con scopo redazionale, ma senza pubblicizzare prodotti o servizi.
Per quanto sembrino concetti molto semplici, in realtà districarsi in una legislazione complessa, che non è uniforme in tutti i paesi, non è sempre facile e succede di frequente di vedersi rifiutati i propri video solo perché, per esempio, compare di sfuggita un marchio.
Non tutti sanno che persino monumenti ed eventi pubblici possono creare difficoltà. Ma non solo: anche la privacy delle persone va tutelata, di conseguenza bisogna conoscere le liberatorie da far firmare e non dimenticare di portarsele dietro quando si ha in mente di girare delle clip.